L’attività agricola, fin dall’epoca romana, ha segnato profondamente l’aspetto del Promontorio di Portofino, sia in seguito all’introduzione di nuove specie sia per la costruzione di fasce terrazzate sostenute da muretti a secco, costruiti con blocchi di conglomerato.
Un ruolo fondamentale è stato svolto dall’introduzione della coltivazione dell’olivo che, iniziata nel XIII secolo d.C., ha avuto un forte impulso dal XV secolo, con significative modifiche del paesaggio.
Le coltivazioni a olivo, tuttora esistenti, benché meno estese, caratterizzano, per ragioni climatiche, soprattutto i versanti est e ovest del promontorio, nonché il versante sud, in corrispondenza della Valle di San Fruttuoso, dove l’ulivo era stato introdotto dai monaci Benedettini dell’Abbazia.
Oggi è una delle colture più rappresentative del Parco, qui la raccolta delle olive si effettua in autunno: i frutti vengono staccati a mano oppure i rami vengono battuti lasciando cadere le olive sulle reti tese sotto gli alberi.
Puoi trovare oliveti in diverse località del Parco, ma particolarmente significativi sono quelli che si attraversano seguendo il sentiero che da Santa Margherita Ligure porta al Mulino del Gassetta e quello che da Pietre Strette scende a San Fruttuoso.